LA PREMESSA STORICA
Narrare di mulini ad acqua presenti nella Provincia di Trieste può, in un primo momento, destare qualche perplessità se osserviamo il territorio attuale nei suoi aspetti paesaggistici. Ciò non deve trarre in inganno perché un tempo, non molto lontano, nella Provincia di Trieste scorrevano a cielo aperto diverse decine di torrenti di piccola e media portata (comunemente chiamati potok o patok), quattro torrenti di grande portata (Staribreck, Klutsch, Rosandra e Ospo) ed un fiume (le Risorgive del Timavo). Su tutti questi corsi d’acqua nel corso dei secoli, ma soprattutto nel ‘800, vennero costruiti dei complessi molitori. Nell’ambito della nostra ricerca sono stati censiti oltre sessanta complessi molitori che, dalla fine del ‘700 al 1970, traevano la forza motrice dai corsi d’acqua presenti sul territorio. Non abbiamo poi trascurato l’indagine storica nei periodi precedenti il XVIII secolo, difatti le prime notizie documentate sono risalenti al XIII secolo. Nel 1203 troviamo un documento, a firma del vescovo triestino Gebardo, a conferma della sentenza pronunciata dai giudici di Trieste a favore della chiesa, sul possesso di un terreno e di un mulino. Purtroppo nel documento non è indicato il luogo dove sorgeva il complesso molitore. Alcuni anni dopo, esattamente il 10 gennaio 1209, viene stipulato un contratto per la premuta di un campo che si trovava presso il mulino di Martino in contrada Santa Maria in località “Ponzano”.
Molto ben documentato è il periodo che va dal ‘300 al ‘700, dove per alcune località, come ad esempio la vallata del torrente Rosandra, troviamo molte segnalazioni di complessi molitori negli atti conservati presso l’Archivio Diplomatico del Servizio Bibliotecario Urbano di Trieste. Nel periodo di maggiore sviluppo dell’arte molitoria, e precisamente alla fine dell’800, sono presenti lungo il corso del torrente Rosandra oltre trenta mulini ed un’altra quindicina svolgevano la loro attività lungo i corsi dei vari torrenti della Provincia di Trieste (3 mulini alle Risorgive del Timavo, 3 sul torrente Locaviz che da Contovello arriva a Miramare, 3 a Barcola sul torrente Starz, 4 mulini a Roiano, 1 in via Baiamonti sul torrente Valse e 3 complessi molitori sorgevano a Valmaura nella zona tra lo stadio e la Risiera di San Sabba). Ben presto i mulini ad acqua smisero la loro attività in quanto entrarono in competizione con i nuovi mulini elettrici o a vapore che erano stati realizzati a Trieste. La lunga agonia dei mulini ad acqua inizia già nel XX secolo e, nel 1930, lungo il corso della Rosandra, da Botazzo sino al mare, vi erano solamente dieci complessi molitori che macinavano per il fabbisogno locale.
A decretare alla scomparsa dei complessi molitori contribuì, in modo determinante, l’emanazione della legge sulla “Disciplina dell’industria della macinazione dei cereali” che introdusse una tassa sul macinato ed il relativo possesso della licenza alla macinazione (Regio Decreto Legge 12 agosto 1927). La toponomastica di questi mulini, in prevalenza di chiara origine slovena, ha subito nella trascrizione degli atti numerose modifiche. Questo accadde perché, nella maggior parte dei casi, i redattori dei documenti non capivano la lingua parlata dagli abitanti dei paesi del circondario e trascrivevano i nomi come verbalmente intesi. Ciò ha generato la loro storpiatura aggiungendovi delle vocali in modo da poterli trascrivere nei documenti, l’esempio più eclatante è il nome del mulino “B T Tak” di Dolina che negli atti ufficiali troviamo trascritto come “Battitak”. Per questo motivo vi è una certa discordanza tra i nomi ufficiali (ovvero quelli presenti al Catasto) e quelli conosciuti dalla popolazione locale. Il più delle volte, negli atti catastali, la particella è censita solamente come “area d’edificio molino con postisia” (dove la postisia non è altro che una piccola casetta attigua che ospitava gli animali da soma delle persone che venivano a macinare) per questo motivo si è cercato, nel nominare i mulini, di trascrivere quello più in uso o rintracciato nei documenti. Oggi l’arte molitoria – e di conseguenza il mestiere del mugnaio -, è ormai scomparsa per sempre.
Nella nostra provincia gli ultimi mugnai, Giovanni Mahnic, Matteo Petaros, Giuseppe Zerial smisero l’attività molitoria tra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. Con la morte dell’ultimo mugnaio, Giovanni Mahnic, si è persa, per sempre, la memoria storica di questo nostro patrimonio culturale. Le poche vestigia ancora esistenti stanno subendo l’incuria del tempo. Per recuperare questa importante memoria storica il Club Alpinistico Triestino, in compartecipazione con la Provincia di Trieste e con il contributo della Agenzia per la Mobilità Territoriale di Trieste, ha realizzato una mostra sui mulini ad acqua della nostra provincia.
LA MOSTRA SUI MULINI AD ACQUA
La mostra, intitolata “De censu molendinorum. I mulini ad acqua della Provincia di Trieste”, aveva lo scopo di recuperare, a livello storico documentativo, culturale e didattico, la memoria di quella che, per lungo tempo, fu l’espressione più romantica del mondo contadino: l’arte molitoria. L’esposizione è stata allestita presso le gallerie e sale del costituendo museo minore “Kleine Berlin”, di via Fabio Severo a Trieste, ed era stata programmata, inizialmente, dal 26 ottobre al 28 novembre 2006 con apertura giornaliera dal lunedì al venerdì (dalle ore 10.00 alle ore 12.00 ed al sabato e alla domenica dalle ore 18.00 alle ore 20.00).
LA COMUNICAZIONE DELLA MOSTRA AI MASS-MEDIA
Alcuni giorni prima della presentazione ufficiale della mostra si è provveduto ad inviare ai giornali cittadini (Il Piccolo, Vita Nuova, Il Mercatino, Agenzia Ansa, ecc), alle televisioni (RAI, Telequattro, ecc.) e alle radio (RAI 3 regionale), un comunicato stampa di presentazione della mostra corredato da un CD contenente alcune fotografie storiche dei mulini. Tra i servizi televisivi e fotografici di particolare importanza è stata la presenza della RAI regionale slovena che ha dedicato un ampio servizio sulla mostra. Durante l’arco di apertura dell’esposizione sono stati inoltrati vari comunicati stampa e avvisi con gli orari di apertura per le visite guidate.
IL LIBRO - CATALOGO
A completamento della nostra ricerca è stato realizzato il libro – catalogo “De censu molendinorum”. I mulini ad acqua della Provincia di Trieste” (De censu molendinorum = Sulla tassa dei mulini: era un “capitolo”, chiamato Rubrica, degli Statuti di Trieste del 1318). Il volume è composto da 168 pagine con 170 immagini, tra cui molte foto storiche di complessi molitori esistenti all’epoca nella Provincia di Trieste. Il libro è stato donato alle biblioteche scolastiche delle scuole elementari, medie e superiori della Provincia di Trieste. Al fine di dare la più ampia diffusione il libro venne donato alle biblioteche comunali della Provincia di Trieste (Comune di Trieste, Dolina, Muggia, Sgonico, Monrupino e Duino Aurisina), alla Biblioteca Statale di Trieste, alla Biblioteca Slovena di Trieste e come copie d’obbligo alla Biblioteca Nazionale di Roma e Firenze, all’Archivio di Stato di Trieste e alla Biblioteca Civica di Trieste. Il giorno 2 dicembre presso la sala conferenze “Ennio Gherlizza” della Kleine Berlin il giornalista Massimo Gobessi ha presentato, dinnanzi ad un folto ed attento pubblico convenuto, il libro catalogo della mostra. La mostra era rivolta soprattutto agli alunni e agli studenti delle scuole che, nel corso delle loro ricerche scolastiche, approfondiscono la loro conoscenza su un antico mestiere ormai scomparso. A tale proposito era stato realizzato da Renato Martini, della nostra Sezione Modellisti, un mulino didattico perfettamente funzionante. Questo modello aveva lo scopo di illustrare le varie fasi della macinazione dei cereali e i meccanismi che, mossi dall’acqua, facevano girare la macina del complesso molitore. Particolarmente ammirato dal pubblico è stato il diorama, realizzato da Maurizio Bressan e Carlo Zivec, che raffigurava il mulino Sastava in Val Rosandra, nel 1912.
LA PROROGA DELLA MOSTRA
Nei giorni precedenti l’apertura della mostra si era provveduto alla consegna del libro catalogo “De censu molendinorun. I mulini ad acqua della Provincia di Trieste” alle biblioteche scolastiche della Provincia di Trieste. Assieme al libro era stato consegnato il depliants della mostra con indicati gli orari di apertura ed un recapito telefonico per prenotare le visite organizzate riservate alle scuole. Il numero delle richieste di visite guidate è stato superiore ad ogni nostra aspettativa (specialmente se raffrontate alle passate esperienze di mostre precedentemente da noi realizzate e rivolte alle scolaresche) che siano stati costretti, ben volentieri, a prorogare la mostra sino all’8 di dicembre 2006. Visite guidate riservate alle scuole e a gruppi organizzati furono effettuate nel corso di tutto il mese di dicembre, ben dopo la chiusura ufficiale della mostra.
I VISITATORI ALLA MOSTRA
Come è nostra consuetudine il computo dei visitatori alla mostra viene tratto solamente dal libro delle presenze. Le persone che hanno firmato il registro sono state 1038. Tra i gruppi organizzati (Associazione XXX Ottobre, Luna e l’Altra, Panta Rhei, DLF di Trieste, Associazione delle vittime civili e dispersi in guerra ecc.) possiamo annoverare il Circolo Operatori di Giustizia (tre visite guidate di cui una riservata ai magistrati e due agli impiegati) più una visita del Lions Club di Verona. Al sabato e alla domenica sono state organizzate le viste guidate aperte a tutti i partecipanti convenuti che non sono mai stati inferiori alle cinquanta unità. Nonostante alcuni problemi tecnici (che quando avvengono non capitano mai soli) abbiamo dovuto sostituire, per primo, il computer e poi, a distanza di alcuni giorni, il proiettore per poter effettuate i programmati audiovisivi sui mulini ad acqua che a ciclo continuo venivano proiettati nella sala conferenze della Kleine Berlin.
GLI APPREZZAMENTI DEI VISITATORI
Numerose sono state le espressioni di stima che hanno accompagnata la firma dei visitatori. Un tocco di internazionalità e stato dato dalla presenza di alcuni visitatori provenienti dall’Argentina, Messico, Australia e dalla Slovenia. Particolarmente apprezzati sono state alcune frasi scritte vicino alla firma del visitatore: “Mostra mulini suggestiva e ben curata - complimenti”; “Complimenti, bellissima mostra, grande amore e fatica ma che soddisfazione”; ma, soprattutto, lo scritto di una bambina che, dalla grafia, non doveva avere più di dieci anni: Era molto bello - Giada. Queste ultime, poche parole, scritte in stampatello, hanno coronato e gratificato ogni nostro sforzo, anche finanziario, per la riuscita della mostra.
L’AFFLUSSO DEGLI STUDENTI
Il 20% delle persone che hanno firmato il libro delle presenze era composto da scolari e studenti in visite per loro espressamente organizzate. Alle visite hanno partecipato scuole con insegnamento della lingua slovena (Žiga Zois, Cirillo e Metodio ecc.) e con insegnamento della lingua italiana (Rolli, Duca d’Aosta, Marchesetti, Collodi ecc.). Agli insegnati intervenuti è stata poi donata copia del libro per eventuali approfondimenti in sede scolastica.
RINGRAZIAMENTI
Gli organizzatori della mostra vogliono ringraziare tutte quelle persone che, nel corso delle ricerche, hanno contribuito con i loro ricordi personali o familiari a ricostruire la storia dei mulini della Provincia di Trieste. Si ringrazia l’Azienda per la Mobilità Territoriale di Trieste per il contributo alla realizzazione della mostra. Un particolare ringraziamento viene rivolto alla famiglia Felician - Zerial di San Dorligo della Valle / Dolina che ha messo a disposizione la documentazione storica ed i materiali inerenti allo Strainou malen o mulino Zerial.
di Maurizio Radacich
La RECENSIONE di Massimo Gobessi
L'ESPOSIZIONE della mostra