PROLOGO
Le esplorazioni iniziano a metà degli anni ’60, quando Giorgio Cobol, pioniere della speleo - subacquea triestina, viene a conoscenza dell’esistenza di una risorgiva che si apre sulle pendici del Monte Rest. La risorgiva in questione viene denominata con l’appellativo di “Fontanone”, a testimonianza dell’irruenza delle acque, quando fuoriescono dalla grotta nei momenti di piena. I racconti dei locali ricordano il verificarsi di meravigliosi arcobaleni, generati dalla nebulizzazione delle acque di piena. Questo fenomeno naturale già ci fa percepire che si tratta di una cavità particolare e ci permette di intuire un qualcosa di “speciale” in questa risorgiva.
Il tratto montano del Tagliamento, in generale, è una zona che si presenta ancora relativamente allo stato naturale ed è caratterizzato dalla presenza di quell’acqua che normalmente non siamo più abituati a vedere e neanche a sentire scorrere. Esiste una relazione della prima esplorazione della parte subacquea. Purtroppo la prima ricerca non aveva consentito di individuare la vera prosecuzione all’interno del massiccio montuoso. Sono stati necessari altri anni e ulteriori energie per esplorare la parte post sifone.
Si deve all’intuizione di Luciano Russo, altra punta di diamante della nostra speleo-subacquea, il fatto di scorgere un ramo sommerso, che indicava una parte sfuggita ai primi esploratori e dando, cosi, la possibilità al suo gruppo di superare il primo sifone.
OGGI
Non occorre spendere altre parole per la descrizione della parte post sifone: “meravigliosa” è sufficiente. Tutte le altre descrizioni sarebbero limitative. La roccia bianca, per effetto di qualche minerale, appare screziata di rosso, rendendo uniche le concrezioni. Le vaschette sono di forme variegate e abbondantissime.
Altre formazioni, più che vaschette, sono piscine. Obbligano a nuotarci dentro per proseguire la visita. Non manca nulla. Ricordo ancora l’emozione di quando ho visto per la prima volta il secondo sifone, quello interno. Un “occhio blu”, di un colore così intenso, che ogni ragazza vorrebbe averlo per i suoi occhi e che mi attirava più di quanto le sirene ebbero modo di esercitare nei confronti del povero Ulisse - mi sono dovuto tuffare e nuotarci dentro. Le parti finali (per ora), sono di dimensioni maggiori e perciò fanno ben sperare per ulteriori sviluppi nelle prossime esplorazioni.
Non manca il fascino del mistero. Il terzo sifone. Solo visto e mai sondato. Continuerà? E poi …le grandi risalite… ancora da fare! Si presentano come delle enormi colate di calcite, con arrivi d’acqua che promettono altri ambienti a livelli superiori. Anche qui le “sirene” richiamano lo speleologo “pinnuto”. Che a questo punto accetterebbe l’intervento di qualche divinità, che lo trasformasse in “alato”.
“Vieni su…, vieni suuu...”.
“ECCOMI”.
Duilio Cobol
Hanno partecipato: Luciano Russo, Fabrizio Strazzolini, Ernesto Giurgevich, Alessandro De Santis e Duilio Cobol.
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