Si apre qui una nuova sezione del sito per divulgare la conoscenza della fauna ipogea. Attingendo dagli studi scientifici, a volte poco comprensibili a noi comuni mortali, si vuole illustrare e raccontare alcune caratteristiche di quegli animaletti che spesso possiamo osservare nel nostro andare in grotta. Precisi e "scientifici" quindi (grazie alla consulenza di Andrea Colla, Sergio Dolce e Gianfranco Tomasin), ma con un linguaggio comune, semplice, aperto che possa coinvolgere tutti, dai profondi conoscitori dell'argomento a chi conosce poco, e per nulla, l'affascinante vita nel mondo sotterraneo.
Il termine biospeleologia è stato "coniato" da Emile G. Racovizza il quale rielaborò (assieme a Pavan ed altri) una già esistente classificazione degli animali cavernicoli distinguendoli in "troglobi", "troglofili" e "troglosseni". Tale classificazione venne poi riveduta da Ruffo nel 1955.
"I cavernicoli vengono dunque suddivisi in quattro categorie fondamentali. Gli animali che si trovano in grotta solo accidentalmente, come quelli fluitati dalle acque o caduti all’interno dei pozzi nelle grotte verticali, sono detti troglosseni; quelli presenti con maggiore regolarità nelle grotte prendono invece il nome di troglofili, categoria composita che comprende in realtà due distinti gruppi di animali. Quelli che si trovano in grotta solo in alcuni periodi della loro vita e non presentano particolari adattamenti a questo ambiente sono i subtroglofili; esempi di animali appartenenti a questa categoria ecologica sono forniti da alcuni ditteri (culicidi, limonidi) o dai pipistrelli, che abitano le grotte solo in alcuni periodi dell’anno o del giorno. Eutroglofili sono chiamati invece quegli animali che, pur manifestando una spiccata preferenza per gli ambienti sotterranei e mostrando particolari adattamenti morfologici e fisiologici, possono però vivere e in alcuni casi riprodursi anche all’esterno; tra questi ad esempio le cavallette cavernicole (ortotteri rafidoforidi). Infine, i troglobi mostrano gli adattamenti più spinti per la vita cavernicola: nascono, si riproducono e muoiono solo all’interno delle grotte o degli ambienti similari, come l’ambiente sotterraneo superficiale; sono i cavernicoli per eccellenza. Gli organismi esclusivi delle acque sotterranee prendono invece il nome di stigobi (e, per analogia con i troglobi, vengono usati i termini stigofili - ed anche eustigofili - e stigosseni) (...). Attribuire tutti gli organismi cavernicoli a queste categorie non è sempre così facile come potrebbe sembrare; esistono infatti numerosi casi che si pongono in situazioni intermedie tra le diverse categorie. Si tratta però di una classificazione di grande valore pratico, e che consente di applicare ed interpretare schemi largamente adottati negli studi di biospeleologia" (tratto da Quaderni Habitat, Museo Friulano di Storia Naturale, "Grotte e fenomeno carsico", Biospeleologia di L. Latella e F. Stoch, pag. 60).
TROGLOFILI (Subtroglofili ed Eutroglofili)
STIGOBI (Stigofili, Eustigofili e Stigosseni)