Il complesso di gallerie antiaeree denominato Kleine Berlin

pianta kbSalendo lungo la Via Fabio Severo, lato distributori di benzina, si può notare nel muraglione che sostiene la Via di Romagna, l’ingresso di ben quattro gallerie. Questi sono gli accessi al complesso antiaereo denominato “Kleine Berlin” realizzato durante la seconda guerra mondiale. Il complesso di gallerie antiaeree è composto da quattro ricoveri antiaerei che sono tra loro collegati. Tre di questi sono stati realizzati per ricoverare la popolazione civile italiana mentre il quarto è un ricovero antiaereo ad uso del personale civile e militare tedesco.

 

Il complesso del Colle di Scorcola

La progettazione del complesso antiaereo del “Colle di Scorcola” prevedeva la realizzazione di una galleria principale che partendo da Roiano, in Via Sara Davis, doveva raggiungere l’attuale Via Tibullo nel pressi dell’Ospedale militare. Questa galleria principale doveva disporre di due uscite laterali in galleria. La prima posta nei pressi della piazzetta Belvedere in Via Udine e la seconda in Via Fabio Severo. Incaricata dei lavori fu la ditta Emilio Colombo di Como che all’epoca aveva una forza lavoro di 150 operai, in maggioranza veneti e friulani. I lavori furono intrapresi, partendo dai quattro imbocchi, agli inizi del 1943. Sino al maggio del 1943 lungo la via Fabio Severo si poteva vedere solamente il cantiere della ditta Colombo intento a realizzare, nel muraglione che sostiene la Via di Romagna, la galleria antiaerea “comunale” (l’attuale terzo ingresso del complesso Kleine Berlin). Dal mese di giugno in poi i lavori lungo la Via Fabio Severo erano raddoppiati. Un’altra galleria stava per essere iniziata nel muraglione di Via di Romagna: la galleria delle Ferrovie dello Stato (I ingresso).

Nel corso del conflitto i lavori della galleria "comunale" subirono molti rallentamenti, non vennero mai completati almeno nel progetto iniziale. In pratica del progetto "Colle di Scorcola" vennero realizzate tre gallerie: la galleria che da Roiano arriva in Via Tibullo e le due gallerie che dovevano essere le uscite laterali (piazzetta Belvedere e Via Fabio Severo) ma che non furono mai collegate con quella principale.

Le cause della mancata realizzazione di questo progetto sono da ricercarsi principalmente in due fatti: il primo fu quello dovuto al bombardamento del 10 giugno 1944, quando un terzo degli operai della ditta Colombo non si presentarono al lavoro ma rimasero nei loro paesi d’origine, impedendo in questo modo un proficuo lavoro di scavo. Gli operai rimasti furono subito avviati al lavoro di sgombero delle macerie. Il secondo, quello più determinante, era dato dal fatto che dopo questo lavoro di emergenza, gli operai della ditta Colombo, vennero reclutati di forza dai tedeschi ed impegnati nella costruzione dei loro ricoveri antiaerei.

galleria via tibullo galleria via tibullo

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Le gallerie delle Ferrovie e dei Postetelegrafonici

Quando nell’estate del 1943 la ditta Colombo stava realizzando la galleria della via Fabio Severo, al Comune di Trieste giunse una richiesta, da parte delle Ferrovie dello Stato, di poter realizzare una galleria parallela a quella in costruzione. Questa galleria doveva essere realizzata ad uso esclusivo del personale che operava nell’Ente Ferrovie. Contemporaneamente all’inizio dei lavori, da parte della ditta Giuliani di Trieste, per la realizzazione di questa seconda galleria, l’Amministrazione delle Poste chiese a quella delle Ferrovie se potevano, visto che erano già provvisti dei permessi per l’avvio del cantiere, realizzare un’ulteriore galleria parallela e comunicante con le altre gallerie ad uso del proprio personale (II ingresso).

Agli inizi di settembre del 1943 lungo la Via Fabio Severo erano attivi i due cantieri delle ditte che stavano scavando le gallerie. Durante gli allarmi era obbligo, per le ditte costruttrici dei ricoveri, far entrare nei ricoveri la popolazione che si presentava all’ingresso. Giornalmente si susseguivano gli allarmi al passaggio, sopra il cielo di Trieste, degli aerei alleati diretti in Austria o Germania, a bombardare. La popolazione triestina era convinta che la città non sarebbe mai stata bombardata, e quindi la maggioranza delle persone al suono della sirena non accedeva ai ricoveri. Quelle più prudenti si presentavano agli ingressi delle gallerie per essere ricoverati, intralciando, in questo modo, il proseguimento dei lavori. Questi però continuavano all’interno creando non pochi disagi alle persone presenti. 

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La zona d'operazioni "Litorale Adriatico"

Il ricovero antiaereo tedesco