I giornali di maggio 2015 riportavano la notizia di alcuni vandali che avevano deturpato la segnaletica dei sentieri della Val Rosandra scrivendovi con dei pennarelli. Secondo il sindaco di San Dorligo era impossibile cancellare l'inchiostro indelebile, e non c'erano fondi per la sostituzione delle tabelle. C'è una forma di arte di strada che si appropria degli spazi abbandonati nei quartieri degradati delle città con scritte e graffiti di vario genere. Basti pensare alle brillanti interpretazioni di Bansky a Londra. Eppure queste "performance" sono del tutto fuori luogo se collocate in un santuario della Natura, non hanno nessuna qualità per essere definite arte e non contengono alcun messaggio creativo se non l'imbecillità degli autori.
Per tutta l'estate queste scritte hanno fatto brutta mostra di sé a truppe di gitanti, arrampicatori e campioni di clanfe. Serena ed io, di rientro dalla via delle rocce, abbiamo potuto constatare le condizioni pietose della segnaletica, rimaste invariate per mesi, e ci siamo riproposti di provare ad effettuare un'opera di pulizia, sperando almeno di ridurre il danno. Il giorno seguente, il 16 settembre, dopo aver finito di lavorare, ci rechiamo nella Valle, armati di sacchi per la raccolta delle immondizie, carta, alcool e detergente abrasivo per fare il tentativo. Con grande sorpresa scopriamo che nella maggior parte dei casi l'alcol è sufficiente a sciogliere l'inchiostro, e il detergente, unito ad una abbondante dose di olio di gomito è spesso risolutiva nei casi più ostici. Pochissime sono le scritte che non vengono cancellate, per le quali basterebbe probabilmente qualche prodotto più aggressivo come acquaragia o trielina.
Durante il lavoro abbiamo piacevolmente preso atto che già altri prima di noi hanno avuto a cuore le sorti della Valle: in giro abbiamo infatti raccolto poche immondizie e alcuni cartelli erano stati visibilmente sottoposti a tentativi di pulizia. Purtroppo qualcuno ha ben pensato di cancellare le tracce di pennarello coprendole con vernice bianca che ha prodotto però delle spiacevoli macchie indistinte e non più cancellabili. Ritornando sui nostri passi abbiamo immediatamente beneficiato del piacevole effetto dei segnali ripuliti, confrontandoli increduli con le foto scattate solo qualche minuto prima. Ancora molto rimane da fare e spero proprio che questo nostro piccolo gesto possa essere d'esempio affinché sempre più persone smettano di lamentarsi dell'inedia delle amministrazioni e contribuiscano concretamente.
Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi lo sta già facendo.
Serena Zamola e Andrea Sandorfi