La sorgente rappresenta uno degli sbocchi delle acque del Corchia assieme alla "Pollaccia". La cavità è stata esplorata da tempo ma il dubbio che al di là di una strettoia ci sia una possibile prosecuzione sussisteva. Per quanto la grotta si trovi vicina alla strada, gli ultimi cento metri si presentano impervi e disagevoli al trasporto delle pesanti attrezzature subacquee. Per questo motivo decidiamo di allestire una teleferica, di appunto 100 metri di lunghezza, con cavo d'acciaio da 5 mm. L'impresa riesce non senza lacrime e sangue, nonché imprecazioni delle più colorite. Anche questo fa parte del gioco, ammesso che tutto vada a buon fine. La squadra era possente (3) di cui uno con problemi. Il lavoro prima come boscaioli e poi come attrezzisti, si protrae fino a tardi ma, il giorno successivo, almeno avevamo la teleferica in posizione.
Nonostante l'altissima tecnologia messa in opera, la carrucola non gira, ma la fantasia al momento risolve il problema e permette alla squadra di recupero (10) di issare fino all'ingresso 4 bombole da 10 litri, mute stagne, piombi e il necessario per una esplorazione di questo tipo. Dopo un'ora di preparazione, per il montaggio degli apparecchi, finalmente si entra in una galleria non alta, anzi piuttosto bassa, che mette in condizioni di stress i miei dischi vertebrali già duramente provati. Dopo circa 25 metri si tocca l'acqua di un sifone abbastanza ampio dalla trasparenza eccezionale. Parto in immersione e Lorenzo mi segue con la telecamera subacquea ma, dopo l'iniziale entusiasmo, la galleria si restringe fino a chiudere in una fessura impraticabile; da questo punto l'acqua esce solo in periodi di piena. Totale 60 metri circa in immersione. Il materiale a questo punto viene recuperato, agevolato dalla forza di gravità; viene smontata la teleferica alla quale segue l'immediata partenza verso casa.
Partecipanti: Lorenzo Lucia e Luciano Russo.