Precedentemente nota con i nomi di Caverna presso la Grotta degli Archi e Grotta della Ciotola, la cavità venne dedicata a Benedetto Lonza, nel 1973, dalla Società per la Preistoria e la Protostoria della Regione Friuli Venezia Giulia. Benedetto Lonza iniziò gli scavi nel 1965 e li continuò sino al 1966. Ossa di cervo e un deposito archeologico comprendente livelli culturali che vanno dal mesolitico all'età romana furono i risultati che egli annotò sul suo diario di scavo. La ripresa delle investigazioni, nel 1974-1975, ad opera della stessa Società per la Preistoria e la Protostoria della Regione Friuli Venezia Giulia, portò al rinvenimento di materiali d'ogni epoca e ulteriori indagini, condotte nel triennio 1980-1982 dagli stessi, arricchirono la conoscenza del mesolitico sul nostro territorio. In seguito all'abbandono degli scavi la grotta diventò una discarica per rifiuti urbani e, in seguito, venne schedata dal Club Alpinistico Triestino tra le grotte a rischio ambientale da bonificare.
E così arriviamo a martedì 21 novembre, quando quattro soci del Club Alpinistico Triestino hanno provveduto a ripulire la grotta e le due doline adiacenti dai rifiuti che le deturpavano. L'opera di raccolta e di smaltimento di questi ingombranti rifiuti (soprattutto i copertoni di auto e di camion) è stata effettuata in un paio d'ore di intenso lavoro.
A oggi, nell’elenco aggiornato mensilmente dal Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino, vengono segnalate, per la Provincia di Trieste: 368 casi di grotte a rischio ambientale e precisamente: 12 grotte inquinate; 66 grotte con abbandono di rifiuti; 274 grotte ostruite e 16 grotte ormai distrutte. FOTO