Nutrita quest’anno la partecipazione al Campo speleologico che si è svolto in zona Pala Celar dal 1° al 16 agosto. Tra i partecipanti, ben 12 facevano parte del Gruppo Grotte del CAT. Numerosi anche gli ospiti e i visitatori passati al campo per un aiuto o semplicemente per un saluto. L’obiettivo di questo anno era di continuare l’esplorazione della Grotta del Giglio ma si decideva che, prima di ricominciare le ricerche, bisognava aumentare la sicurezza della progressione, vista la non remota possibilità di rimanere bloccati all’interno da un improvviso aumento della portata dell’acqua.
Purtroppo oltre metà delle giornate a disposizione sono state caratterizzate dal maltempo. Per non sprecare completamente le giornate di brutto tempo si è battuta la zona nei dintorni del campo alla ricerca di nuovi ingressi e si è approfittato per istruire ai rudimenti della tecnica d’armo uno dei soci giovani. Tra uno scroscio di pioggia e l’altro si iniziavano i lavori previsti, spostando l’armo del P40, in modo da essere meno esposti all’acqua in caso di piena. All’inizio della seconda settimana si completava la stesura della piattina telefonica e un telefono da campo veniva finalmente posizionato sul fondo della grotta.
L’esplorazione dell’anno precedente si era conclusa in una vasta sala, sormontata da un poderoso camino. L’aria richiamava l’attenzione degli esploratori verso un meandro nella parete di fondo. Il meandro purtroppo non risultava percorribile, pur facendo intravedere due possibili prosecuzioni: una verso il basso, stretta e ostruita da pietrisco, e una leggermente più promettente a quattro metri dal pavimento, anche questa caratterizzata da massi e lame instabili che quasi ostruivano il passaggio. Molto pericoloso si rivelava un tentativo di proseguire in questo meandro, che si concludeva con una mazzetta tempestivamente posizionata a bloccare lo scivolamento di una lama instabile. Un accurato lavoro di pulizia e messa in sicurezza dovrà precedere eventuali altri tentativi di avanzamento. La roccia in quella zona della grotta si presenta purtroppo estremamente fessurata e friabile
Solamente negli ultimi giorni del campo le esplorazioni prendevano una piega interessante. Una risalita di una quindicina di metri nell’ultima grande sala permetteva di arrivare su un terrazzo. In alto si indovinavano altre possibili prosecuzioni; per iniziare, però, venivano esplorati gli ambienti appena scoperti. Il nuovo meandro sembrava chiudere ma un breve lavoro di scavo permetteva di accedere a un pozzetto di circa 5 metri sul fondo del quale ripartiva il meandro. Questo dopo breve stringeva, diventando impercorribile ma, essendo interessato da una discreta corrente d’aria e da un promettente rimbombo, sarà sicuramente oggetto di future attenzioni. Nel frattempo veniva effettuata una verifica della profondità della cavità mediante altimetro barometrico, misurazione che restituiva una profondità di 262 m, a conferma del dato precedentemente ricavato mediante poligonale. FOTO
Daniela Perhinek e Christian Giordani
Partecipanti (in ordine alfabetico): Paolo “Papo” Alberti, Clarissa Brun, Elia Bugatto, Andrea Canu, Daniele “Nano” Contelli, Christian Giordani, Ernesto Giurgevich, Gianfranco Manià, Laura Miele, Bruno Milella, Marzio Pauletti, Daniela Perhinek, Franco Riosa, Moreno Tommasini.
Altri visitatori e ospiti: Mario Carboni, Andrea Chiorri, Michele Grassi (Forum Julii Speleo), Enrico Magrin (Linder), Raffaella Oporto (Forum Julii Speleo), Maurizio Ravalico (GSSG), Sebastiano “Seba” Taucer - (GSSG).