PREMESSA
Ho scoperto lo sci alpinismo solo da alcuni anni, in un’unione ed evoluzione di alpinismo e sci di fondo, entrambi da me praticati già da decenni, tutte attività che, come premio di grandi fatiche, danno ancora più grandi soddisfazioni. Sci-alpinismo vuol dire porsi un obiettivo e raggiungerlo con le sole proprie forze, metro dopo metro, ma soprattutto allontanarsi dalle strade battute e lasciarsi avvolgere dal silenzio ovattato in una totale immersione con la natura non ancora “addomesticata”. Anche se ciò in realtà è possibile anche quasi dietro casa, è viaggiando nel grande Nord che possiamo moltiplicare in maniera esponenziale quest’ultima esperienza, e sperimentare la più intensa comunione con la natura selvaggia.
Gli sci che oggi usiamo sono l’evoluzione di uno strumento antichissimo: un’antica incisione rupestre trovata in Norvegia a Rødøy, nella regione del Nordland, dimostra che là venivano usati già 4000 anni fa. La parola stessa sci deriva dall’antica lingua norvegese, la tradizione dello sci in Norvegia è infatti la naturale conseguenza della morfologia del paese e delle forti nevicate invernali. Lo sci moderno ha avuto le sue origini nel Telemark, durante la seconda metà del XIX secolo. Sondre Norheim, nato in questa regione della Norvegia meridionale, è considerato da molti il pioniere ed il capostipite dello sci moderno, avendo egli ideato l’equipaggiamento e le tecniche sciistiche oggi conosciute e praticate. La prima gara sciistica conosciuta si tenne nel 1843 a Tromsø, nel 1861 venne fondato a Trysil – Hedmark il primo Sci Club e nel 1877 venne fondata a Cristiania (ora Oslo) la prima scuola di sci. Nel 1888 il norvegese Fridtjof Nansen attraversò la Groenlandia sugli sci da est ad ovest ed il resoconto della sua impresa, pubblicato nel 1890, fece crescere in tutto il mondo l’interesse per lo sci, attività che, nata come mezzo di locomozione durante l’inverno ebbe da allora una sempre maggiore diffusione ed un maggior numero di appassionati, sia come sport da competizione che come hobby. Nel 1911 un’altra impresa: la spedizione di Roald Amundsen, assieme ad altri quattro norvegesi, raggiunse per la prima volta il Polo Sud, dopo aver coperto con gli sci una distanza totale di circa 3000 km.
Nella primavera del 2009, quasi in una sorta di pellegrinaggio, abbiamo insaccato i nostri sci-pellati e siamo partiti per cominciare a conoscere il nord della Norvegia, quella terra ricca di betulle dalle quali furono intagliati i primi sci della storia.
DIARIO DEL VIAGGIO
Partiamo con qualche dubbio. Sembra infatti che al Nord quest’anno ci sia una grave carenza di neve. Incredibile, pensando che sui monti nella nostra regione sono stati registrati accumuli di ben 10 metri.
Venerdì 20 marzo
Trasferimento con pullman di linea da Trieste a Ronchi. Volo aereo Ronchi – Monaco, poi Monaco – Oslo.
Sabato 21 marzo
Volo interno Oslo – Evenes.
Dai finestrini dell’aereo all’inizio nulla d’interessante. Tutto bianco, pianura, paesini, appezzamenti, colline ... poi ... i primi rilievi! Ecco le Isole Lofoten alla nostra sinistra! Entusiasmo e prime gite pianificate già dall’alto. Arrivo nel piccolissimo aeroporto di Evenes in mezzo alla bufera e noleggio auto. Primo impatto con le strade Norvegesi che, coperte da ghiaccio e neve, sembrano più delle piste da slittino e non invogliano certo a correre. Almeno all’inizio, perché quando scopriamo che grazie all’aiuto di ruote chiodate con punte Vidia e sistema di frenata ABS si può guidare come da noi, dobbiamo stare solo attenti a non farci prendere troppo la mano; a detta di molti le multe qui sono le più salate del mondo.
Alla fine del 2007 è stata ultimata la rete di tunnel sottomarini e arditi ponti che consente di percorrere tutto l’arcipelago partendo dalla terraferma, per cui, dopo poche ore di auto, un raggio di sole e l’ultima breve galleria scavata nella roccia ci annunciano l’arrivo a Svolvær, capitale delle isole Lofoten, dove in breve troviamo posto e ci sistemiamo in una Rorbu, tipica casa di pescatori.
CONTEA DEL NORDLAND - ISOLE LOFOTEN
Siamo tra il 67° e il 68° parallelo, più di 200 km al di sopra del Circolo Polare Artico, ma, grazie alla Corrente del Golfo, il clima non è poi così rigido. Gennaio e febbraio sono i mesi più freddi, con una temperatura media di -1°C, luglio e agosto sono invece i mesi più caldi, con una temperatura media di 12°C.
Data la latitudine le isole sono soggette ai fenomeni del Sole di Mezzanotte e della Notte Polare. Quando siamo arrivati noi, le ore di chiaro erano approssimativamente come a casa, ma giorno dopo giorno si poteva notare quanto velocemente la luce si stesse dando da fare per scacciare l’inverno. Nonostante le montagne qui non siano molto alte e la cima più alta, l’Higravstinden, raggiunga solo 1161m, il fatto che sorgano direttamente dal mare fa di esse uno spettacolo straordinario. Per calcolare il dislivello di un’escursione basta fare “altezza del monte” meno zero; tutte le gite partono infatti dal livello del mare!
Cime salite nelle isole Lofoten – Posizionamenti GPS su mappa Garmin Map Source
Domenica 22 marzo
Lo spessore della neve non è elevato, generalmente pochi centimetri, mezzo metro al massimo, ma sembra sufficiente. Restiamo sull’Isola Austvagøia e come prima gita ci dirigiamo verso la località di Solbakken, Kabelvåg, poco più a sud di Svolvær, per salire il VARED 700m. Posteggiamo l’auto e vediamo una ragazza con gli sci. Le chiediamo se andiamo bene per salire il nostro monte, ma ci risponde che non sa niente di monti, sta andando solo a trovare la sorella. Beh, indubbiamente gli sci qui rimangono un comodo mezzo per spostarsi. Con l’aiuto della cartina partiamo per la nostra escursione che alla fine diventerà un bel percorso ad anello, concatenando altre due cime, forse un po’ “ingorda” come prima gita ma come non farsi prendere dall’entusiasmo? In una giornata di tiepido sole, al posto delle solite corse per arrivare primi in cima, ogni pochi metri di dislivello ci fermiamo a guardare come è cambiata la prospettiva della costa frastagliata e delle isolette ghiacciate che ci stiamo lasciando alle spalle, l’arrivo in cima ci lascia completamente senza fiato, e sicuramente non per la quota! Siamo partiti con il fiordo alle spalle e adesso abbiamo il mare davanti, sotto, tutto intorno a noi! Prime curvette di assaggio ... polvere! Tornare giù? Non se ne parla nemmeno! Avanti, verso la cima alla nostra destra, altro scorcio di mare, altra polvere, altra cima, altro mare, altra polvere ... Dopo 6 ore siamo di ritorno all’auto e torniamo alla nostra Rorbu completamente soddisfatti. Cosa altro possiamo desiderare? Northern Lights!!! ... ci urla la padrona di casa appena finito di cenare. Scappiamo con l’auto alla ricerca di un angolo buio e troviamo un angolo in periferia da dove goderci le luci danzanti, l’Aurora Boreale, il fenomeno artico di incomparabile bellezza ci dà il benvenuto! Una giornata talmente appagante che da sola ha valso il viaggio.
Lunedì 23 marzo
Isola Austvagøia: saliamo il TORSKMANNEN 755m, dalla Centrale Elettrica di Kvitforsen, poco prima del villaggio di Vestpollen, a nord di Svolvær. Questo monte, come molti altri, visto da lontano ha una forma curva che ricorda un Drakkar, la veloce nave vichinga, con nera roccia vulcanica al posto della testa di drago. Incrociamo un gruppone di una decina di sciatori che stanno scendendo. Locali? Macchè, torinesi in trasferta per sfuggire alla troppa neve caduta dalle loro parti! Dalla cima, a 360°, mille sfumature di bianco/grigio e blu/azzurro di terra cielo e mare che si confondono ed un’altra meraviglia, la vista di un’enorme pennuto dalle ali sfrangiate che sta roteando sopra le nostre teste, che, qualcuno ipotizza, potrebbe trattarsi di un’aquila pescatrice. Discesa in 10 cm di polvere con fondo duro e perfettamente liscio. Il tempo di ritornare alle auto e il cielo si chiude ed incomincia a nevicare, tanto per non smentire la fama di variabilità del tempo locale; questo infatti durante il pomeriggio/sera dedicato al turismo cambierà ancora una mezza dozzina di volte.
Martedì 24 marzo
Isola Austvagøia: saliamo il RUNDFJELLET (Cima Est) 803m, dal ponte sul Vatterfjord-pollen, a nord di Svolvær. Dal ponte, partendo per l’escursione, assistiamo al fenomeno della corrente di marea che entra nel fiordo con inconsueta (per noi) irruenza accompagnata da un forte rumore di torrente. Ci avviciniamo al monte percorrendo la piatta riva destra, lungo leggeri saliscendi tra rade betulle alternati a tratti di bagnasciuga ghiacciati, dove la bassa luce del mattino crea un delicato effetto “glassa di zucchero”. Oggi l’avvicinarsi del maltempo arricchisce la gamma dei colori pastello presentandosi con un orizzonte dalle tonalità giallo/rosate sotto un coperchio grigio/nero. Il fronte ci raggiunge in breve e, salendo, diveniamo gli unici colori in mezzo ad un avvolgente bianco/grigio. Per fortuna la visibilità rimane sempre sufficiente a permetterci di raggiungere la cima e scendere con tranquillità. Ritorniamo all’ora del cambio di marea e così rivediamo la fiumana impetuosa che adesso esce verso il mare aperto.
Mercoledì 25 marzo
Isola Austvagøia: saliamo il KVITTINDEN 710m, partendo dall’area di sosta sull’Austnesfjorden, 1 km circa prima di Laupstad. Fin dal mattino giornata ovattata da una velatura alta. Anche oggi siamo gli unici punti colorati nel grigio. Per arrivare in cima dobbiamo superare un problematico scalino di neve di un paio di metri, fatica compensata dallo spettacolo della cresta che ci si presenta davanti. Questa sembra prolungarsi con le altre cime dietro, creando l’effetto ottico di un sottile ad aereo passaggio che si spinge avanti fino a tuffarsi nel mare in un orizzonte ravvivato da una sottile linea rosata.
Nel pomeriggio trasferimento al sud delle isole, la strada ghiacciata stretta tra le pareti a picco ed il mare, seguendo un percorso tortuoso che a volte ci costringe a seguire il fiordo fino al suo fondo e poi a uscirne per riprendere la nostra direzione, percorrendo lunghi tratti quasi deserti alternati a piccoli e coloratissimi paesini di pescatori e gelide spiagge che contornano secche dalle tonalità verde/grigio.
Nei pressi di Reine, a Sakrisøy, un piccolo centro per la lavorazione del pesce, troviamo alloggio in una Rorbu costruita verso la metà dell’ottocento, solo parzialmente risistemata, così da permetterci di risiedere in un pezzo di storia, pur senza rinunciare ad alcune, pur sobrie, comodità moderne. Attorno a noi intravediamo in mezzo alla bufera drammatiche pareti nere che cadono quasi verticalmente nel mare; sopra il nostro alloggio il Navaren, con il suo impressionante canalone intagliato come se una gigantesca accetta si fosse abbattuta sul monte. Purtroppo la troppa neve accumulatasi al suo interno stroncherà sul nascere ogni possibile velleità di percorrerlo con gli sci.
Siamo arrivati in piena stagione della pesca al merluzzo e le enormi rastrelliere che attorniano il villaggio sono quasi completamente piene di questi pesci legati a due a due e lasciati a seccare all’aria fino a giugno, quando lo stoccafisso viene ritirato e selezionato per i diversi mercati. La maggior parte del prodotto viene esportato in Italia, in Veneto dove è diventato una specialità dopo che vi fu portato dai marinai sopravissuti al naufragio della Querina, nave che una tempesta spinse nel lontano 1432 fino alle Lofoten. Le teste essiccate dei pesci invece vengono spedite in Africa Occidentale, dove sono considerate una vera ghiottoneria.
Giovedì 26 marzo
Giornata di maltempo dedicata ad un po’ di turismo. Ci spingiamo fino ad Å, ultima lettera dell’alfabeto Norvegese nonché ultima cittadina a Sud delle Isole Lofoten, per visitare il Norsk Fiskeværs Museum (Museo del Pescatore).
Venerdì 27 marzo
Ci svegliamo e sembra di essere in un altro posto!Oggi è riapparso il sole che, se da un canto ci riporta i colori e le ombre, dall’altro attenua un po’ il fascino angoscioso dei luoghi che abbiamo iniziato a conoscere durante due giorni ininterrotti di bufera. Ci dirigiamo verso l’Isola Flakstadøya, con l’intenzione di salire il Monte RUSTA, dopo aver lasciato l’auto nella località yt Skjelfjord. Il monte misura 600 m, ma ci fermiamo circa 150 metri sotto la cima, data la pericolosità del ripido pendio finale causata dalla forte nevicata del giorno precedente. Discesa in più di 20 cm di neve fresca fino alla spiaggia dove compiamo il rituale della “benedizione” degli sci in acqua di mare!
Soli 450 m di dislivello in un giorno non possono bastare, così, nel pomeriggio, dalla vicina Isola di Moskenesøya, raggiungiamo la cima del RYTEN (543m) partendo dalla località di Melvollen. Poca neve ventata, spelacchiata soprattutto la parte alta, ma vista dalla cima indimenticabile; con la salita infatti finisce anche la terraferma e all’improvviso ci affacciamo sul bordo di un salto alto più di mezzo km, assolutamente verticale sulle scogliere sottostanti!
Sabato 28 marzo
Isola Moskenesøya: la mattina salita al Monte ØLKONTINDEN 735m, dal posteggio nei pressi del villaggio di Hamnøya. Partiamo costeggiando un lungo lago ghiacciato, in un rado boschetto, casa di una lepre bianca. Ben presto dobbiamo mettere gli sci sullo zaino per salire un canale ripido e stretto che sbuca su un ampio e morbido plateau che seguiamo fino alla cima da dove, come al solito, salutiamo il mare sull’altro versante dell’isola. Discesa con qualche difficoltà causata da lunghi tratti ghiacciati e dal dover cercare la strada meno problematica in mezzo ad alcuni risalti rocciosi. Torniamo alla Rorbu per il pranzo; qui nel selvaggio Nord non possiamo certo sperare di finire la gita a bere birrette in qualche Stube come se fossimo nelle Alpi! Gli unici posti di ristoro possibili sono i numerosi supermercatini che si possono trovare anche in mezzo al nulla, tutti comunque ben attrezzati per offrire una bibita calda o uno spuntino veloce ai viandanti. Nel pomeriggio, per non annoiarci, salita al SAUFJELLET 353m, panoramica cimetta nei pressi di Sørvågen, e divertente discesa tra sbuffi di polvere.
Domenica 29 marzo
E’ quasi di malavoglia, spinti dalla logica del turismo, che lasciamo la caratteristica Rorbu di Reine per spostarci a Nord. A queste latitudini anche uno spostamento di poche centinaia di km può diventare un’avventura, specie quanto la tormenta riduce, seppur per qualche momento, la visibilità a zero. E’ ormai sera quanto arriviamo a Tromsø e affittiamo due bungalow nel campeggio in località Tromsdalen.
DINTORNI DI TROMSØ E PENISOLA DI LYNGEN
Tromsø, il capoluogo della contea di Troms, situata oltre 350 km a nord del Circolo Polare Artico, è la città con più di 50.000 abitanti più a nord del mondo. Viene considerata la porta d’accesso al Polo Nord, dal quale dista solo 2.000 km, ed è stato il luogo di partenza di molte spedizioni artiche.
La zona ad est di Tromsø è particolarmente remunerativa per la pratica dello sci-alpinismo, soprattutto la penisola di Lyngen. La parte centrale della penisola è caratterizzata da ampi ghiacciai e da imponenti montagne, la più alta delle quali, il Jiehkkevàrri, raggiunge i 1833m. Tuttavia le cime più interessanti da un punto di vista sci-alpinistico sono quelle vicino al mare, più facilmente raggiungibili, con dislivelli che vanno dai 700 ai 1300 metri.
Cime salite nel Troms – Posizionamenti GPS su mappa Garmin Map Source
Lunedì 30 marzo
Direttamente dal campeggio in località Tromsdalen, saliamo il monte che domina la città di Tromsø, il TROMSDALSTINDEN 1238m, coprendo in tutto la distanza di oltre 21 km. Percorriamo dapprima un lunghissimo fondovalle, prendiamo poi finalmente quota, ma per arrivare in cima dobbiamo ancora seguire una panoramicissima ma infinitamente lunga cresta arrotondata. Finalmente in cima dominiamo, fin dove lo sguardo può arrivare, bianchi e dolci rilievi. Rispetto alle Lofoten tutto qui, attorno a Tromsø, appare molto più morbido, il terreno ideale per facili gite di sci-alpinismo nonché per discese a tallone libero, tecnica preferita dai locali. “Andate a vista” ci consigliava chi era già stato qui; dapprima increduli, dobbiamo ricrederci: niente di più facile: per decidere la gita del giorno, l’unica difficoltà è l’imbarazzo della scelta!
Martedì 31 marzo
Oggi un tratto di traghetto ci risparmia un bel po’ di chilometri di strada ghiacciata. Pochi minuti e sbarchiamo nella Penisola di Lyngen. Oltrepassata la cittadina di Lyngseidet lasciamo l’auto a Kvalvik, meta il KAVRINGTINDEN 1289 m. Se la partenza lungo un anonimo vallone non lascia trapelare nulla di speciale, nella parte alta avremo il nostro riscatto. Dalla cima sovrastiamo il fiordo sotto di noi, ma soprattutto, volgendoci ad ovest possiamo ammirare le alte cime aguzze delle Alpi di Lyngen, morfologie in verità molto simili a quelle che abbiamo lasciato a casa, ma rare da queste parti. Segue una discesa con vista su un fiordo che riflette a specchio le scure pareti che si immergono nell’altra riva, nella polvere di un pendio talmente perfetto che alcuni torneranno su un bel tratto per ripetere la discesa, accumulando così nella giornata un dislivello per nulla irrilevante.
Mercoledì 1 aprile
Giornata di maltempo passata a visitare Tromsø, ci concentriamo soprattutto sui fornitissimi negozi sportivi e su due interessanti musei: il “Polarmuseet i Tromsø” il museo di storia polare dedicato alle spedizioni polari nonché alla caccia nell’Artico, e “Polaria”, dove la maggiore attrattiva è costituita da enormi vasche dove sfrecciano alcune pasciute foche barbate.
Giovedì 2 aprile
Isola Kvaløia: dalla località di Gløshaugen, salita all’anticima dell’HOLLENDAREN 947m. Attacchiamo il versante esposto a nord, tutto in ombra, polvere stupenda ma dominante grigia, ravvivata però dal mare blu sotto di noi. Nel percorrere un fastidioso saliscendi poco dopo la partenza notiamo la presenza lontana di un paio di capi di fauna locale, non sembrano però alci, più probabile siano comuni renne. E’ da quando siamo arrivati in Norvegia che ci stiamo chiedendo se esistano veramente gli alci: animali irreali e mitologici o semplicemente molto discreti?
Venerdì 3 aprile
Dalla località di Elvevoll, sulla strada che porta al traghetto per Lyngen, saliamo il LANGDALTINDEN 928m. Le sue pendici regolari sono un itinerario classico, così ci raccontano alcuni sci-alpinisti locali che finalmente incontriamo; cominciavamo a dubitare della loro esistenza, come di quella degli alci. Alle nostre rimostranze sulla traccia di salita da loro scelta, secondo noi un po’ troppo dura, uno di loro ci risponde con un crudo “benvenuti in Norvegia!”. Eh, indubbiamente loro non hanno problemi di scarso allenamento! Quando ci salutiamo uno di loro, Mortenson, ci propone per l’indomani di seguirlo in un’altra classicissima gita della zona. Accettiamo ben volentieri e fissiamo ora e luogo dove rincontrarci.
In serata acquistiamo uno skipass e prendiamo uno skilift infinito, alla fine del quale pelliamo gli sci e saliamo ancora un paio di centinaia di metri per arrivare alle ore 20 circa in cima ai 626m del NORDFJELLET, cimetta sopra Tromsø. La vista della città sullo sfondo di un tramonto dalle infinite tonalità di arancione rimarrà uno spettacolo indimenticabile. Quando all’orizzonte rimane ormai solo una sottile striscia infuocata ci lanciamo in una divertente serie di curve lungo la pista illuminata artificialmente.
Sabato 4 aprile
Puntuale all’appuntamento convenuto il giorno prima, arriva Mortenson con sua nipote Kristina. Lasciamo le auto presso la Marina di Ritabukta e ci dirigiamo verso il SENNEDAL-FJELLET 1395 m. All’inizio saliamo con il fiordo alle spalle, ma dopo qualche tempo perdiamo di vista il mare e ci troviamo ad attraversare un plateau talmente vasto da ricordarmi le Alpi Svizzere. Purtroppo la perturbazione prevista anticipa di qualche ora, raggiungiamo così la cima senza visibilità alcuna e sotto una rada nevicata che ci accompagnerà per tutta la discesa. Gli ultimi duecento metri sono resi più movimentati dalla solita fascia di boschetto a betulle e, complici le gambe ormai non troppo reattive dopo 1200 metri di discesa nonché due settimane di gite quasi quotidiane, assistiamo a qualche bel numero acrobatico come quello di Piero, finito chissà come appeso a testa in giù in cima ad uno di questi elastici (per sua fortuna) alberelli.
Domenica 5 aprile
Raccattiamo la nostre cose e ce ne andiamo a malincuore dai confortevoli bungalow che ci hanno ospitato per una settimana, lasciamo le auto al noleggio in aeroporto e ci imbarchiamo mestamente per Oslo in una limpida mattina di sole. Subito dopo il decollo notiamo sotto di noi, quasi volesse salutarci, il Tromsdalstinden, l’enorme cresta che domina Tromsø, da noi salita appena una settimana prima. Due veloci cambi Oslo-Monaco e Monaco-Ronchi e siamo a casa, purtroppo senza parte del bagaglio che, per fortuna, arriverà il giorno dopo. Abbiamo lasciato il Grande Nord da poche ore ma già ci mancano i villaggi di pescatori, la solitudine, la natura, il silenzio, cose semplici divenute doni preziosi nella confusione, nell’affollamento e nell’inquinamento acustico delle nostre vite. Negli occhi rimarranno a lungo le riposanti mille sfumature di bianco/grigio/azzurro, sfondo messo dalla natura ai vivaci e contrastanti colori introdotti dall’uomo.
I sei partecipanti alla spedizione sulla cima del Kavringtinden, penisola di Lyngen.
Da sn a dx: Christian Giordani, Daniela Perhinek, Piero Paliaga, Elena Macoratti, Moreno Tommasini e Fabio Zancano.
Le foto (clicca sulle immagini per ingrandirle)
Nordfjellet Tramonto |
Salita al Monte Vared |
Discesa dal Torskmannen |
Reine - merluzzil |
La nostra rorbu a Sakrisøy |
Benedizione degli sci in mare |
Discesa dal Rusta |
In Cima al Ryten |
Forcella sull'Olkontinden |
Discesa dal Kavringtinden |
Lofoten Aurora Boreale |
Nordfjellet Tramonto |
Informazioni utili
Cartografia:
Pur essendo possibile lo sci-alpinismo a vista, è comunque preferibile verificare la fattibilità del progetto consultando una delle dettagliate cartine che si trovano facilmente nelle librerie e negli uffici d’informazione turistica.
Cartine usate nelle Lofoten:
- Turkart Lofoten 1:100.000 (Ugland It Group)
- Turkart Vågan 1:50.000 (Ugland It Group)
- Vest - Lofoten 1:50.000
Nel Troms:
- Tromsø fastland – Stuoranjárga 1:50.000 (Ugland It Group)
- Kvaløya 1:50.000 (Ugland It Group)
- Lyngenhalvøya (Ugland It Group) 1:50.000
Utili inoltre il libro di Fabio Pasini “Norvegia: Lofoten Ski & Kayak” – ed Geoantropo (www.lofotenskikayak.org) acquistato via Internet prima di partire e la guida della Norvegia della Lonely Planet EDT.
Abbiamo alloggiato:
Isole Lofoten:
Lofoten Rorbuer
Jektveien 10, Marinepollen
NO-8300 Svolvaer, Norway
tel.: +47 91595450
fax: +47 76071877
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: www.lofoten-rorbuer.com
Sakrisøy Rorbuer
Sakrisøy, N-8390 Reine, Norway
tel.: +47 76092143
mob.: +47 90035419
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: www.lofoten.ws
Tromsø :
Tromsø Camping
9020 Tromsdalen, Norway
tel.: +47 77638037
fax: +47 77638524
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: www.tromsocamping.no
Daniela Perhinek