Dall'esperienza scolastica presso la scuola Caprin di Trieste sul tema della Migrazione, dopo un incontro coordinato dall'ACCRI e l'ICS, sono nati due filoni importanti: da un lato la realizzazione di un video che ha vinto già una mezza dozzina di premi (un concorso provinciale dell'Associazione Donatori Sangue, il concorso nazionale indetto dalla Fondazione Falcone, che ha portato docenti e studenti a ricevere il premio a Palermo dalle mani della signora Falcone e del Ministro dell'Istruzione e ancora 4 premi internazionali che porteranno il prossimo ottobre una rappresentanza di studenti a ritirare il premio a New York.
L'altro filone altrettanto importante è quello che ha dato vita alla collaborazione tra ICS, CAT e l'associazione MiTi, nata lo scorso anno per occuparsi di tutela ambientale e solidarietà, in memoria di Mitja Gasparo, deceduto nell'agosto di due anni fa in un incidente stradale. In questo filone, è fondamentale la collaborazione del Club Alpinistico Triestino, che ha messo a disposizione le proprie competenze e risorse umane per avviare una serie di attività in grotta assieme ad una quindicina di migranti ospitati dall'ICS.
Dopo aver rotto il ghiaccio con una riunione preliminare nella sede del CAT tra i responsabili individuati in seno alle tre associazioni (Giulio Zeriali per ICS, Sergio Vianello per il CAT, Dario Gasparo per MiTi) , una seconda riunione è servita per far conoscenza, sempre presso la sede del CAT, con una quindicina di rifugiati che si sono dimostrati particolarmente interessati ed entusiasti della proposta. L'idea è quello del coinvolgimento dei rifugiati in attività socialmente utili che non vadano però ad interferire con il lecito diritto al lavoro di altre persone, che potrebbero vedere in queste prestazioni gratuite offerte dai rifugiati un concorrente allo svolgimento del proprio lavoro.
In cosa consiste questa attività meritevole? Nella pulizia delle grotte. Ed ecco l'importanza del CAT nell'attività di supporto e coordinamento. La prima uscita, necessaria per valutare le capacità delle persone coinvolte, si tenuta giovedì 18 agosto presso al Grotta dell'Acqua, o Grotta di Boriano. Alla quindicina di rifugiati dal Camerun, Afganistan, Kosovo, Pakistan, Nigeria si sono aggiunti una quindicina di scouts da Viterbo, presenti a Trieste proprio per dedicare la loro opera a sostegno di attività benefiche. Il rapporto uno ad uno, con la massiccia presenza degli speleologi del CAT (Sergio Dolce, Guido Bottin, Sergio Vianello, Anna Pugliese) ha permesso di raggiungere il primo obiettivo, che era quello della socializzazione e della conoscenza delle diversità.
Fortuitamente, proprio il giorno della nostra iniziativa, le agenzie di stampa riportavano le affermazioni del prefetto Morcone, Capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale, che raccomandava ai comuni di affidare ai rifugiati e a chi ha presentato richiesta d'asilo, legittimamente sul suolo italiano, lavori utili alla collettività.
Alcuni dei migranti, come l'afgano Asif, avevano già avuto esperienza di visita di grotte, ma nessuno di loro aveva affrontato il buio delle profondità della Terra in compagnia di speleologi esperti con tanto di spiegazioni sul carsismo e sulla vita sotterranea. Sergio Dolce e Guido Bottin si sono occupati, oltre che dell'accompagnamento, anche di fornire spiegazioni utili, un po' in italiano e un po' in inglese, per gli aspiranti speleologi. L'uscita (o meglio, l'"entrata") si è svolta in un paio d'ore, senza tentennamenti. Qualche timore ben celato dall'unica donna presente, la camerunense Rose, lo stupore della bellezza delle formazioni calcitiche, delle stalattiti, colonne e stalagmiti e la suggestione del provare il buio assoluto nel silenzio (quasi) assoluto hanno garantito il successo dell'iniziativa, che avrà seguito in settembre con l'attività vera e propria di pulizia dell'interno di una serie di grotte individuate da Sergio Vianello & Co. Giulio Zeriali, dell'ICS, ha selezionato il gruppo di persone che, entusiaste dell'esperienza, vogliono proseguire al più presto con la realizzazione del progetto; Paolo Bruno e Anna Pugliese con il loro inglese, Giulio Gasparo con il francese e gli altri accompagnatori hanno permesso a tutti di seguire quanto stava accadendo, superando timori e alimentando la curiosità e le competenze. Dario Gasparo